venerdì 3 ottobre 2014

La fotografia in viaggio – parte 2

Abbiamo visto che la pianificazione è il miglior punto di partenza per portare a casa le foto che più ci piacciono. È però importante avere la giusta attrezzatura e saperla usare!
Che si tratti di una compatta da cento grammi o di un corredo da dieci chili, l’attrezzatura va trasportata e protetta adeguatamente.

Borse, marsupi e batterie

Se prevedete lunghe passeggiate, magari su terreni difficili, fate in modo di potervi muovere senza risultare impacciati dalla vostra fotocamera. Ho visto persone con compatte assicurate con l’apposito laccio al polso che, scivolando, hanno appoggiato la mano a terra dimenticandosi della fotocamera. Risultato: macchina danneggiata. O reflex al collo di persone che indossavano una semplice tuta da ginnastica: urtando contro la zip, il display della macchina si è rigato!
Utilizzate sempre prodotti nati per contenere strumenti elettronici: anche se sembrano più cari rispetto a un normale zaino o a un banale marsupio, offrono un grado di protezione migliore. Innanzitutto sono imbottiti, inoltre i modelli migliori garantiscono una buona tenuta all’acqua.
Può capitare infatti di trovarsi sotto la pioggia, o in mezzo alla nebbia, o ad ammirare le cascate del Niagara con l’immancabile mantellina gialla: tutte condizioni nelle quali l’acqua, sotto forma di microscopiche gocce, può insinuarsi all’interno dei delicati circuiti elettronici. In questo caso, anche un semplice sacchetto di plastica (una volta piegati, quelli per frutta e verdura che usiamo nei supermercati sono minuscoli!) può proteggere efficacemente la nostra macchina fotografica.

Energia!

Le fotocamere necessitato di una batteria per funzionare: quelle digitali sono molto voraci e, a parte nel caso di escursioni molto brevi, difficilmente consentono di portare a casa tutti gli scatti che vorremmo. È dunque opportuno portare con noi il caricabatterie o, nel caso la macchina utilizzi comuni pile alcaline, un set di scorta.
Un’altra buona abitudine è quella di avere una seconda batteria ricaricabile di scorta. Pur avendo raggiunto livelli di performance e affidabilità molto elevati, questi accumulatori temono il freddo. Le temperature rigide, tipiche di una settimana bianca, abbassano temporaneamente il voltaggio della batteria che, pur essendo carica, risulta inutilizzabile fino al suo ritorno a temperature “normali”. Per questo, un secondo accumulatore tenuto al caldo (ad esempio in una tasca interna del giubbotto) permetterà la sostituzione al volo per fare nuovi scatti e, nel frattempo, il ritorno alla giusta temperatura dell’altra batteria.

1 commento:

  1. Attravero i tuoi occhi scopro immagini bellissime. Marina

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