giovedì 13 ottobre 2016

Il Gianduiotto di Elda

Come promesso ecco la prima ricetta della nuova rubrica ChocoEmozioni.

Iniziamo subito con un nome che non può far altro che ricordare il cioccolato e precisamente Torino.


Quando mi è stata proposta la ricetta ho subito immaginato di passeggiare sotto i portici e ammirare vetrine piene di piccoli cioccolatini burrosi…e quando ho visto le foto sono rimasta stupita: una golosità senza confini!

La ricetta l’ha realizzata Elda Vitalini ed è una tradizione di famiglia che suo papà Franco – cuoco per hobby – preparava spesso. Come potete vedere dalla foto la ricetta è originale e scritta a mano.

Io amo le tradizioni e sono convinta che vanno sempre tramandate, le ricette di famiglia sono come le leggende che venivano raccontate di padre in figlio e destinate non solo a essere ricordate ma a vivere per sempre.

Io spesso ripropongo cose della mia infanzia che preparava la mia nonna, e oggi sono veramente felice di poter contribuire attraverso queste mie semplici parole a conservare questa tradizione.

La ricetta è molto semplice e il risultato assicurato!

Vediamo quindi come preparare questa emozione di cioccolato, il Gianduiotto.

Ingredienti:

  • 200 gr. di burro
  • 100 gr. di farina
  • 100 gr. di cacao amaro (Lindt)
  • 300 gr. di zucchero
  • scorza di limone grattugiata
  • 1 litro di latte freddo
  • 1 bicchierino di maraschino (in questo caso è stato utilizzato lo Stravecchia Branca)


Prendere un pentolino e sciogliere dolcemente 200 grammi di burro.

In una ciotola mescolare la farina, il cacao amaro, lo zucchero e un po' di scorza grattugiata di limone.

Versare questa miscela secca sul burro sciolto, aggiungere tutto il latte freddo e mescolare.

Far bollire a fuoco molto dolce mescolando continuamente in modo che non si attacchi.

Dopo qualche minuto dall'inizio della bollitura aggiungere 1 bicchierino di maraschino (o altro liquore se preferite) e versare il tutto in uno stampo unto d'olio.

Lasciare raffreddare e mettere successivamente in frigorifero.

E ora non resta che mangiarlo!




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