Si tratta di cavalli di origine tedesca, liberati dai coloni che abbandonarono il territorio allo scoppio della I Guerra Mondiale. I cavalli ben presto si adattarono al difficile ambiente del deserto e cominciarono a riprodursi, perdendo man mano il contatto con gli esseri umani e tornando liberi e selvatici.
Anche se selvatici non è il termine corretto: avendo avuto contatti con l'uomo, è più corretto parlare di animali inselvatichiti. Una differenza sottile, ma che consente loro di avvicinarsi alle persone (locali e turisti) senza timore ma, anzi, con un pizzico di curiosità; cosa che non avviene, ad esempio, con le zebre.
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I cavalli del Namib 2560x1600
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