giovedì 16 luglio 2015

I dieci padiglioni da non perdere in #Expo2015 (primi 5)


Sono andata già tantissime volte in Expo 2015 sia per lavoro sia per curiosità. Ho pensato di stilare un elenco di quelli che sono i padiglioni – a mio avviso – più significativi e che vale la pena visitare.
È vero sono solo 10, ma armatevi di tanta pazienza poiché in alcuni casi l’attesa è molto lunga.
Oggi vi presento i primi 5, giovedì prossimo gli altri 5.


Israele

Si presenta all'esterno con un orto verticale coltivato, simbolo di quello che è oggi Israele: una terra ricca di prodotti, culture, tecnologie e innovazione e non la zona desertica che potrebbe essere.
Il padiglione racconta - con 3 video significativi e ben realizzati – come l’innovazione tecnologica e la sperimentazione hanno portato al “Giardino “ d’Israele. Tutto è descritto attraverso la storia di una famiglia dedita all'agricoltura e che negli anni ha saputo trasformare il deserto.

Durante il tour si scopre che ci sono semi adatti all'acqua salata, che si può irrigare goccia a goccia, senza sprechi, che i pomodorini ciliegini vengono da Israele…


Emirati Arabi Uniti

Il serpentone chilometrico all'entrata fa capire come questo sia uno dei padiglioni più visitati ed amati. Gli Emirati Arabi Uniti sono una vera scoperta grazie ad un'architettura affascinante e sostenibile, alla passeggiata tra le dune del deserto e ai filmati che raccontano i temi della sostenibilità, delle risorse, dell’ambiente desertico. E poi Sara, la bambina che racconta la sua storia o meglio il suo sogno tra tradizione e mondo moderno, ripercorrendo la lotta per la vita nel deserto e la nascita della città di Dubai.
Molti concetti restano in testa tra i quali: l’unione delle menti crea il futuro e le scoperte condivise permetto un futuro migliore. Oppure il biocarburante derivato dalle alghe è una soluzione sostenibile perché crea energia ma non porta via terra coltivabile che negli Emirati è veramente poca.
La canzone finale è un po’ kitch ma esprime esattamente il concetto di Expo.

La visita termina con la presentazione di Expo Dubai 2020 dove sostenibilità, mobilità e opportunità sono i tre aspetti caratterizzanti della smart city del presente e del futuro e il claim scelto è “Collegare le menti, creare il futuro”.

Kazakistan
Questo padiglione merita sicuramente una visita poiché ci permette di conoscere la storia di un paese che è passato attraverso molte fasi difficili per diventare quello che è oggi, uno stato che sa coniugare la modernità estrema alle proprie tradizioni, che sa sfruttare al meglio il proprio territorio per creare cultura, tecnologia, innovazione e che fa della cultura alimentare e della tutela delle risorse un'importante scommessa.

Il Padiglione racconta la scienza agronomica kazaka, le risorse naturali, l’uso dell’acqua, le nuove tecniche agricole sostenibili e l’acquacoltura. È presente  un acquario che ospita gli storioni del Caspio, ma si scopre che è uno dei più grossi granai, che le mele coltivate  pesano un chilogrammo, che devono fronteggiare sciami di locuste è che per proteggere i raccolti utilizzano un sistema di monitoraggio con i droni.

L’ultima sala porta direttamente in Kazakistan grazie a un video 3D che in 4 minuti racconta di meraviglie naturali e di progressi economici e che emoziona a tal punto da voler partire.



Corea del Sud
Presenta la propria soluzione per nutrire il pianeta e racconta che tutti dovrebbero adottarla poiché - secondo loro - è la migliore per tutto il mondo. Si chiama hansik ed è l’alimentazione nazionale coreana, basata sui concetti di equilibrio, fermentazione e conservazione. 



Il claim del padiglione è “Sei ciò che mangi”. Il primo spazio è  dedicato alla cultura e alle abitudini alimentari dell’uomo moderno, alle malattie causate dall'eccessivo consumo di cibo, e al progressivo esaurimento delle risorse.

Spettacolare e semplice allo stesso tempo la presentazione: la stanza dell’equilibrio è dominata da due incredibili braccia meccaniche che girano a 360 gradi che fanno riflettere il visitatore sull'armonia tra gli alimenti; quella della conservazione presenta centinaia di giare in cui altrettanti schermi mostrano le stagioni dell’anno.



Svizzera
Qui non si è puntato ad architetture vistose o appariscenti, ma sul significato del cibo, riassunto nella scritta sulla torre centrale: “Ce n’è per tutti?”.
Il padiglione presenta una Svizzera sostenibile attraverso quattro grandi magazzini riempiti di sale, acqua, mele e caffè, da cui ognuno può attingere quanto vuole, prelevando gratuitamente le quantità desiderate di alimenti.
Bisogna però ricordare che le quantità sono limitate, per cui c’è il rischio che chi viene dopo di noi rimanga a secco. Man mano che le torri si svuotano le piattaforme sui cui poggiano si abbassano, modificando la struttura del Padiglione. Il progressivo svuotamento delle torri è registrato in tempo reale.

Il ragionamento svizzero semplice ed efficace vuole sottolineare che le risorse non bastano a tutti, e bisogna cercare di limitare i consumi, altrimenti il mondo rimarrà presto senza nutrimento.






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